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Atti umani

ra il 18 e il 27 maggio 1980 si consuma a Gwangju, una piccola cittadina non distante da Seoul, un massacro di civili, la maggior parte studenti, scesi in piazza per protestare contro la giunta militare di destra del presidente Chun Doo-Hwan che aveva preso il potere un anno prima.
In quei dieci giorni morirono più di mille persone, ma le cifre, come spesso avviene in queste casi, tendono al ribasso. Fin qui la fredda cronaca dei fatti. Poi c’è il romanzo di Han Kang che da questi fatti parte per accompagnare il lettore in uno scavo senza posa nel dolore dei personaggi. La scrittrice sud coreana ci fa sentire il rumore della pallottola che penetra nella testa di un ragazzo di tredici anni, ci racconta delle torture inflitte ai prigionieri, ci fa annusare il fetore della decomposizione dei corpi senza vita accatastati uno sull’altro fino a diventare una massa indistinta di carne umana, ma dà anche voce all’anima di un ragazzo morto che rimane aggrappata al proprio corpo martoriato. La violenza, fisica o psicologica che sia, è presente in quasi tutte le pagine. Questo fa sì che “Atti umani” sia un romanzo disturbante, che ci scuote
Muschio bianco

ra il 18 e il 27 maggio 1980 si consuma a Gwangju, una piccola cittadina non distante da Seoul, un massacro di civili, la maggior parte studenti, scesi in piazza per protestare contro la giunta militare di destra del presidente Chun Doo-Hwan che aveva preso il potere un anno prima.
In quei dieci giorni morirono più di mille persone, ma le cifre, come spesso avviene in queste casi, tendono al ribasso. Fin qui la fredda cronaca dei fatti. Poi c’è il romanzo di Han Kang che da questi fatti parte per accompagnare il lettore in uno scavo senza posa nel dolore dei personaggi. La scrittrice sud coreana ci fa sentire il rumore della pallottola che penetra nella testa di un ragazzo di tredici anni, ci racconta delle torture inflitte ai prigionieri, ci fa annusare il fetore della decomposizione dei corpi senza vita accatastati uno sull’altro fino a diventare una massa indistinta di carne umana, ma dà anche voce all’anima di un ragazzo morto che rimane aggrappata al proprio corpo martoriato. La violenza, fisica o psicologica che sia, è presente in quasi tutte le pagine. Questo fa sì che “Atti umani” sia un romanzo disturbante, che ci scuote
Cena per sei
