Pagine: 220
     Prezzo: euro 14,00

Il mistero della vetreria
di Margaret Armstron – Edizioni le Assassine

La signorina Trumbull, una newyorkese di mezza età dai modi impeccabili e dall’eloquio facile, decide di lasciare la sua comoda dimora per andare a trovare in campagna Charlotte, una vecchia compagna di scuola, al cui invito non può più sottrarsi, anche se la giudica troppo cupa e triste per i suoi gusti. Fortunatamente la presenza di Phyllis, una giovane cugina di Charlotte, e quella di Leo, figlio di Frederick Ullathorne, noto artista del vetro, sembrano rendere piacevole il soggiorno della donna. Tuttavia la situazione precipita quando nel laboratorio dove si producono le vetrate artistiche vengono ritrovati nel forno dei resti che sembrano appartenere a un essere umano. Ben presto si arriva alla conclusione che questi siano di Frederick Ullathorne, uomo dal pessimo carattere, dispotico con i dipendenti e con il suo stesso figlio. Per questo motivo molti potrebbero essere i responsabili dell’omicidio; quando però i sospetti si addensano su Leo, la signorina Trumbull, che ha un debole per le indagini, decide di mettersi a investigare per proprio conto ed effettivamente riesce a “vedere ciò che altri non hanno visto”. Così facendo finisce però per mettere a repentaglio anche la propria vita.

Margaret Armstrong

Autrice poco conosciuta, ma molto apprezzata da Howard Haycraft nel suo  Murder for Pleasure,  Margaret Armstrong fu una donna dai molti talenti: per gran parte della sua vita si dedicò con successo all’illustrazione di copertine, ne disegnò oltre 270 in stile Art Nouveau, manifestando un forte interesse per la botanica e in particolare per i fiori selvatici.  Nata a New York  nel 1867 da una famiglia molto in vista  ̶  il padre, oltre a essere un diplomatico, era maestro nella creazione di vetrate artistiche  ̶  Margaret Armstrong si dedicò alla scrittura piuttosto tardi, realizzando tre romanzi gialli che trovarono  un’eco molto positiva nella critica. Haycraft la consideròuna delle migliori scrittrici tra quelle che ricorsero alla tecnica dell’HIBK (Had I But Know ovvero se lo avessi saputo), di cui Mary Robert Rinehat fu l’iniziatrice: qui la narrazione viene fatta in prima persona  da una donna che rimpiange di non aver agito in un certo modo per prevenire un crimine o altri terribili misfatti, se solo fosse stata capace di prevederli.