Pagine: 115
Prezzo: euro 10,00

L’ultimo scalo del Tramp Steamer
di Álvaro Mutis – Adelphi

Si chiamano Tramp Steamer certi carghi «di scarso tonnellaggio, non appartenenti alle grandi compagnie di navigazione, che viaggiano di porto in porto cercando carichi occasionali da trasportare dove che sia». Uno di questi Tramp Steamers, una sorta di vascello fantasma, l’immagine stessa dell’avventura solitaria, seguiremo affascinati nelle pagine di questo romanzo, dall’aria ghiacciata del Baltico dove ci appare per la prima volta, come un’allucinazione, sino a scali perduti del Sud America. La storia del Tramp Steamer, del suo lento naufragare, sarà intrecciata, fino quasi a coincidere, con quella del suo capitano, il basco Jon Iturri e del suo grande amore, la giovane libanese Warda. E il lettore si sentirà attratto sino alla fine da questa storia come il capitano Iturri si sente irresistibilmente attratto dal suo vecchio cargo a riprendere sempre la via del mare. In questo romanzo Álvaro Mutis, che viene oggi scoperto in tutto il mondo come uno dei maggiori scrittori viventi, sembra risalire la corrente, con il felice Tramp Steamer della sua prosa, a una delle sorgenti ultime di ogni narrazione: il racconto del marinaio.
L’ultimo scalo del Tramp Steamer è apparso per la prima volta nel 1988

Álvaro Mutis

Scrittore colombiano.
Considerato da molti uno fra i massimi maestri della letteratura ispanoamericana, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui in Italia il Premio Médicis nel 1989 e il Premio Nonino nel 1991.
Il padre, Santiago Mutis Dávila era un diplomatico, e il suo incarico lo portò a trasferirsi in Belgio nel 1925 insieme alla famiglia.
Álvaro trascorse quindi i suoi primi anni di vita a Bruxelles, dall’età di due anni fino alla scomparsa del padre, che avvenne quando il bimbo aveva nove anni.
Fece ritorno in Colombia, ma gli sarebbero per sempre rimasti impressi i viaggi dell’infanzia, dall’Europa alla Colombia, compiuti soprattutto su nave.
La sua narrativa abbonda di riferimenti al tema del viaggio, e la la fascinazione subita dal mare è un filo conduttore che non verrà mai meno.