Pagine: 146
              Prezzo: euro 15,00

Acqua di mare
di Charles Simmons – SUR edizioni

L’ennesima estate trascorsa nella riserva naturale di Bone Point, le ennesime giornate trascorse tra battute di pesca, lunghe sessioni di nuoto tra le onde oceaniche e vagabondaggi a bordo della fedele barca a vela ribattezzata Angela. È il 1963 e, quella che si prospetta al quindicenne Michael e alla sua famiglia, non sarà l’ennesima vacanza passata nella casa sul mare ereditata dai nonni materni perché, proprio in quei mesi, il ragazzo si innamorò per la prima volta e suo padre annegò.

Queste informazioni vengono comunicate nell’incipit del romanzo, il cui svolgimento avvincerà il lettore non tanto ai fini della scoperta delle cause di tale fatto nefasto, quanto per la narrazione particolareggiata ed evocativa ai limiti del reale. Simmons è un maestro delle descrizioni, molto frequenti all’interno del testo ma mai noiose, anche quando si spingono nella spiegazione delle componenti tecniche di natanti e strumenti per la pesca. Dalle pagine stillano l’odore tipico della bassa marea, il tanfo delle alghe marce e l’essenza della pioggia calda latrice, per il protagonista, di ricordi legati alla sua non lontana infanzia, quasi come la madeleine di proustiana memoria. Il ricorrente inserimento di brani poetici non turba la coerenza del testo, realizzando un amalgama perfetto con la prosa raffinata e lirica dello scrittore.

“Acqua di mare” è, soprattutto, un coming of age all’interno del quale si racconta la formazione sentimentale e sessuale dell’adolescente protagonista e non solo: le ammalianti Mrs. Mertz e sua figlia Zina, ospiti della dependance della dimora, irretiranno nella loro intrigante e sensuale malia anche il padre di Michael, Peter, che come un novello Humbert Humbert si invaghirà della più giovane delle due, già oggetto dell’interesse amoroso del figlio. In nemmeno 150 pagine, l’autore propone riflessioni sull’effettiva natura di questo nobile sentimento (esiste l’amore romantico? In caso affermativo, porta con sé la felicità o solo guai e pericoli?), sull’ingannevolezza delle apparenze, per cui l’identità delle persone che conosciamo non coincide mai con la nostra immagine di esse, e sull’estate come preludio di una fine: quella dell’adolescenza e della disillusione che la caratterizza, fine che “porta fatalmente con sé il sapore salato dell’acqua di mare”, come ben sottolineato da Tommaso Pincio a conclusione della postfazione al libro.

Remake in chiave moderna del racconto “Primo amore” di Ivan Turgenev, del quale ricalca le orme identificandosi però come più di un semplice omaggio, il romanzo di Simmons è una storia di sospetto e di dubbio raccontata in prima persona da un protagonista ormai adulto che, conscio dell’ambiguità insita nell’esistenza umana, è ora consapevole di come quello che lui aveva sempre considerato il suo “primo amore” altro non fosse che una poco equilibrata ossessione fine a se stessa.

Charles Simmons

è stato un romanziere americano. Dopo l’esordio con Powdered Eggs (1964, vincitore del William Faulkner Foundation Award per l’opera prima), ha pubblicato altri quattro libri, alternando l’attività di scrittore con quella di editor per la New York Times Book Review. Oltre ad Acqua di mare, in italiano è apparso anche il romanzo Le pieghe dei giorni (BUR 2008).