Pagine: 202
   Prezzo: euro 15,50

Darusja la dolce
di Marija Matios – Keller edizioni

Marija Matios, l’autrice,  è nata a Rostock (Bucovina), vive e lavora a Kiev (Ucraina). Questo libro racconta del suo martoriato paese d’origine. 
Come si apprende dalla splendida postfazione di Andrej Kurkov, questo paese di ‘confine’ dell’Europa orientale,  oggi politicamente diviso tra Romania e Ucraina, ha subito, nel corso ‘900, tantissimi stravolgimenti  e dominazioni.

L’autrice ci introduce nel suo paese, la Bucovina, attraverso un personaggio quasi fiabesco, Darusja, giovane donna solitaria orfana di entrambi i genitori, considerata ‘strana’ e stupida da tutta la comunità del paese in cui è nata.

Darusja parla con i fiori e con le piante, ma non con le persone, è per questo che la gente del paese aggiunge al suo nome, “la dolce”, per intendere, e Darusja lo sa, stupida o scema.

La sua vita solitaria, affettuosamente sorvegliata dalla vicina Maria, è bersaglio di critiche continue e feroci da parte delle comari che parlano e sparlano di tutto e di tutti.

Darusja divide le sue giornate tra la casa, l’orto e le visite al padre al cimitero, unico momento in cui, nel silenzio di quel luogo trovandosi avvolta dall’affetto del padre, ritrova la sua voce per dialogare con lui.  

E’ soggetta a frequenti mal di testa che cura immergendosi nell’acqua fredda del fiume o in buche scavate nella terra.
Con l’arrivo di Ivan in paese qualcosa cambia.
Ivan Cvycok è un musicista vagabondo fuori dell’ordinario e non conformista che, proprio per questo, diventa bersaglio anche lui delle malelingue del paese.

I due vivranno un delicatissimo idillio grazie al quale Darusja ritroverà in sè una voce, roca e quasi animalesca, con la quale riuscirà a chiamare – una sola volta- Ivan per nome. Ma, come spesso accade, la felicità altrui genera invidia nella gente che, come dice Ivan stesso, “non è diventata, signor direttore… la gente era e resta cattiva, finché non sta proprio male.  … Fino a quando stanno bene, sono cattivi, è per questo che aggrediscono chi è debole. Io non lo permetterò”.

Ivan finirà in prigione per la sua temerarietà e indipendenza e, al suo ritorno, a causa di un destino malevolo che qui non possiamo svelare, verrà accompagnato da Darusja stessa alla porta affinché lasci la loro casa.

L’ultimo parte del romanzo è quella più straziante in cui si svela la storia dei genitori di Darusja, Matronka e Michajlo,

Anche in questo caso si tratta di una coppia fuori dalle convenzioni della quale le comari riportano  e criticano tutto quello fanno in quanto considerate parte di un ménage anormale o non tradizionale. Michajlo è strano perchè sposa una “straniera” che tratta come una “bambolina”. Matronka è una donna che non porta il capo coperto dopo il matrimonio e della quale non si sa come abbia potuto partorire visto che non la si è mai vista in paese in stato “interessante”. Il contrappasso per le loro stranezze sarà la punizione che, puntuale, non mancherà di avverarsi.

La sguardo dell’autrice si allarga in questa seconda parte alla Storia con la S maiuscola di quella zona dell’Europa orientale tra la prima e la seconda guerra mondiale, il dramma dei singoli componenti della famiglia di Darusja trascende in quello di tutto un popolo intero, gli Huculi.

Come scrive Kurkov, si tratta di un  popolo cui non è stata mai riconosciuta la dignità di nazione che possa autodeterminarsi; ‘popolo semplice’ per il quale, come spesso ci ha insegnato la Storia, “semplicità” è sinonimo di “debolezza” sulla quale i popoli predominati esercitano la propria vessazione e smania di egemonia.

Il libro è di un lirismo e di una poesia toccanti. Darusja è un personaggio di una delicatezza ma contemporaneamente di una forza incredibili; in fondo lei è sempre se stessa, lei non si piega alle malelingue, rivive quotidianamente i traumi del passato fino a quando Ivan non porta l’unico sprazzo fugace, purtroppo, di sole nella sua vita.

É un libro che resta dentro, scritto con il cuore in ogni sua vibrante pagina.

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Marija Matios

è nata nel 1959 a Rostock, in Bucovina. Vive e lavora a Kiev. Ha preso parte attiva alle recenti vicende politiche del Paese. E’ autrice di una dozzina di libri di narrativa e di poesia e vincitrice per il romanzo Darusja la dolce .del premio Libro dell’anno 2004 e del principale premio letterario ucraino, il Premio Taras Sevcenko nel 2005.