La porta

autore: Magda Szabó
editore: Einaudi
prezzo: euro
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Il romanzo prende avvio dagli incubi di una donna, problematica ed irrisolta, che confessa subito il suo peccato. Ha ucciso una donna, Emerenc, nel tentativo di salvarla.

Il lettore, colpito subito da questa confessione segue passo passo il racconto del rapporto di amore ed odio tra la protagonista che scopriremo a libro avanzato essere Magda, la scrittrice stessa, ed Emerenc la domestica, anche se chiamarla così è certamente riduttivo.

Emerenc e Madga sono due donne profondamente diverse, una con un passato sofferto dedita a tutto ciò che è materiale: rassettare, spazzare, cucinare ed aiutare gli altri, l’altra, Magda, tutta dedita al suo lavoro intellettuale di scrittrice incapace di capire le cose più semplici della vita ed in eterno conflitto con il resto del mondo intellettuale. Pur essendo così profondamente diverse le due finiscono per amarsi a tal punto da odiarsi e non sopportarsi, unite nella loro relazione da un cane, Viola, trovato per strada da Magda, cane che deciderà di avere come padrone Emerenc. Ed anche questo fatto non è casuale,  è un messaggio: la natura profondamente empatica di Emerenc ha dei canali di comunicazione non formale ma istintuale cui Viola non può ne vuole sottrarsi.

Il comportamento del cane indigna Magda ma le fa anche capire che nulla può contro la reale natura intimamente buona di Emerenc.

Il racconto procede in modo non lineare ma il lettore non tentenna mai nel seguire il filo del discorso fino all’epilogo tragico. 

Nel romanzo ci sono anche molti altri personaggi: il marito di Magda, figura sfuocata ma importante punto di riferimento per la protagonista per leggere ed interpretare il comportamento di Emerenc; il nipote della domestica, unico punto di unione con la famiglia d’origine cui, nonostante tutto, Emerenc si sente collegata, e tutto il vicinato che si muove solidale a difesa della domestica nel momento della sua tragica fine. Sullo sfondo vediamo anche l’Ungheria con i tragici eventi dipanatisi dopo l’invasione russa e nel successivo periodo di rivoluzione.

Il romanzo che ruota attorno alla forte figura di Emerenc, apparentemente dura e poco incline a dolcezze e smancerie, personaggio estremamente coerente e intransigente con se stesso e le sue convinzioni al punto da arrivare senza ripensamenti alle estreme tragiche conseguenze dell’epilogo.

“Non bisogna mai amare nessuno perdutamente perché altrimenti si causa la sua rovina”.