
Pagine: 314
Prezzo: euro 16,00
La classe avversa
di Alberto Albertini – Hacca edizioni
“La classe avversa” è il romanzo di esordio di Alberto Albertini, uscito per Hacca edizioni il 27 febbraio 2020.
La data di pubblicazione non è priva di significati, infatti proprio il 27 febbraio di sessant’anni fa moriva Adriano Olivetti e, in un certo senso, il romanzo di Alberto Albertini richiama l’utopia olivettiana e quella fortunata stagione dell’industria del nostro Paese. Con Adriano Olivetti, infatti, nasceva quel particolare filone della letteratura detta “industriale”, questo grazie ai tanti scrittori e intellettuali che l’imprenditore di Ivrea volle al suo fianco, tra i quali ricordiamo: Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Franco Fortini, Leonardo Sinisgalli, solo per fare qualche esempio. Ed è grazie alle loro penne che, per la prima volta, viene descritto il mondo delle fabbriche, il lavoro diviene materia letteraria.
“La classe avversa” si inserisce perfettamente in questo filone. Anche Alberto Albertini, infatti, conosce perfettamente il mondo dell’industria lavorandoci da trentaquattro anni e, avendone assimilato perfettamente i meccanismi e le trasformazioni, riesce a restituirci un’immagine del mondo del lavoro molto realistica e, per certi versi, dolorosa.
Il libro è la storia del disfacimento di un modello industriale, quello a conduzione familiare, che, per molto tempo, è stato il paradigma dell’industria italiana e che, a causa della globalizzazione, e, spesso, della scarsa lungimiranza dei proprietari, è caduto nelle mani di manager senza scrupoli che hanno decapitato, oltre che le teste di tante persone anche la storia e i valori di queste aziende, il tutto in nome della massimizzazione del profitto e di una crescita senza limiti.
L’io narrante del romanzo di Albertini è “il Poeta”, figlio di uno dei due proprietari (due fratelli) di un’azienda del nord Italia. Lavora all’interno dell’impresa del padre, ha una moglie, Valeria, e due figli. Oltre al lavoro sta cercando di prendere quella laurea in Lettere che il padre gli ha sempre negato perché ritenuta solo “un pezzo di carta”. Il Poeta non si riconosce più nella nuova gestione dell’ingegnere Cagnoni, il nuovo amministratore delegato, sadico e accentratore che si circonda di persone che lo assecondano più per timore che per reale rispetto, pensa di sapere tutto e umilia chiunque non si dimostri accondiscendente nei suoi confronti. Cagnoni è la nuova classe avversa del titolo, avversa ai proprietari e avversa ai lavoratori.
“Ha scritto Ottieri che l’amore per il potere è più forte di quanto si creda. Nell’antica Roma potevano dare la potestas, d’ufficio e dall’alto, ma l’auctoritas si conquistava sul campo. Per Giulio Cesare i soldati avrebbero lottato con i denti se in battaglia avessero perso le braccia. Non si va avanti se qualcuno ci spinge, ma se ci ispira e ci attrae. Qui in azienda, invece, temono il generale senza stimarlo. È arrivato il 5 maggio ma di Napoleone ha solo la statura”.
Il Poeta incarna i vecchi valori dell’azienda fatti sì di tanto lavoro, ma anche di rispetto e riconoscenza nei confronti di tutti i lavoratori. Vorrebbe andarsene, mollare tutto, ma non non prima di aver chiuso un importante accordo con un grande marchio americano che potrebbe cambiare le sorti dell’azienda.
“Un passero si posa sul davanzale della finestra del mio ufficio, rimbalza contro il vetro, lo tasta col becco. Immobile mi guarda negli occhi, reclina la testa su un lato. Lui vorrebbe entrare, io che sto dentro vorrei uscire”.
Il disorientamento dell’io narrante è tale da toccare anche la sua vita privata. Il rapporto con Valeria e i figli rischia di essere compromesso dalla storia con Laura, una collega, nella quale, forse, cerca quel riconoscimento che sembra non trovare più all’interno del suo lavoro.
Alberto Albertini ci restituisce con la sua bella scrittura un fermo immagine di quello che è il mondo del lavoro oggi, un mondo del lavoro dove non c’è più spazio per quell’umanità tanto cara ad Adriano Olivetti.
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Alberto Albertini
Alberto Albertini (1966), è nato e vive a Brescia. Laureato in Filologia Moderna, lavora da 34 anni nell’industria, attualmente come responsabile dell’innovazione e dello scouting tecnologico di un’azienda quotata, leader mondiale del settore Pharma. Copywriter, giornalista, consulente di marketing e comunicazione, docente a contratto presso la facoltà Sacro Cuore di Brescia, tra i fondatori della rivista ‘Stile Arte’, collabora con la scuola Holden e il ‘Giornale di Brescia’, ed è l’ideatore e il direttore artistico del festival ‘Rinascimento Culturale’. Con l’editore l’Obliquo ha pubblicato un saggio sulla scrittura di Giuseppe Pontiggia. Segnalato dal Comitato di Lettura del Premio Calvino, La Classe avversa è il suo primo romanzo.