Posizione n° 4

         Pagine: 128
         Prezzo: euro 17,00

La fiaba nucleare dell’uomo bambino
di Hamid Ismailov – Utopia editore

Nella carrozza di un treno che corre attraverso la sconfinata e monotona steppa kazaka, un viaggiatore si imbatte in un venditore che suona magistralmente il violino. Si chiama Erzhan e, malgrado sia un giovane adulto, conserva un aspetto da bambino. Per ingannare il tempo, il passeggero lo prega di parlare della sua storia. Si dipana così il misterioso racconto dell’uomo bambino, nato negli anni della guerra fredda in un villaggio sperduto, nei pressi di una stazioncina di transito. Erzhan è cresciuto in una piccola comunità, in un microcosmo scandito da riti magici e credenze remote, con la rigida educazione del nonno e da sempre innamorato della piccola vicina di casa, Ajsulu. Un’infanzia serena su cui si addensa una sola ombra minacciosa, quella che si proietta dalla Zona, una impenetrabile area recintata al centro della steppa. Detonazioni intermittenti oscurano il cielo e fanno tremare la terra, provocando violenti uragani e generando timori nel villaggio di Erzhan. Violando le raccomandazioni della famiglia, un giorno il bambino si immerge nel Lago Morto, un bacino color smeraldo che si è formato in seguito a un’esplosione nucleare. E smette di crescere.

Hamid Ismailov

Hamid Ismailov è nato nel 1954. Cresciuto in Uzbekistan, ha abbandonato il paese nei primi anni novanta a causa delle persecuzioni del regime, riparando nel Regno Unito. Scrive prevalentemente in russo e in uzbeko. Per venticinque anni ha lavorato come giornalista della BBC

Traduttore e mediatore culturale, ha curato la resa in uzbeko di molti classici della letteratura occidentale e, nel contempo, la traduzione in inglese e in altre lingue europee di alcuni classici della letteratura uzbeka. Si è inoltre dedicato alla poesia sonora, sperimentando contaminazioni tra la parola, la musica e l’arte figurativa.

Le sue opere, bandite in Uzbekistan, sono state tradotte in molte lingue, riscuotendo il plauso della critica. In Italia sono in corso di traduzione, dal russo e dall’uzbeko, nel catalogo di Utopia.