Pagine: 346
      Prezzo: euro 17,00

Nero ananas
di Valerio Aiolli – Voland edizioni

Questo romando di Valerio Aiolli si dipana in un periodo temporale contrassegnato da due eventi nefasti perpetrati a Milano: la strage di piazza Fontana del 1969 e l’attentato alla questura del 1973.

Il romanzo tratta di fatti relativi alla storia con la S maiuscola raccontati con uno stile fortemente romanzato che non perde di vista l’oggettività di quanto accaduto e che affronta i fatti dai molti e differenti punti di vista: quelli dei personaggi che ne sono stati diretti protagonisti e quelli degli uomini e donne che ne sono stati testimoni, i cittadini comuni.

La struttura polifonica ma ordinata e precisa del romanzo con l’aggiunta di titoli delle varie sezioni, consente di non smarrirsi mai e non complica la narrazione ma la rende più vivida e realistica. Consente al lettore di immergersi completamente in un contesto storico oggettivamente complesso: il quadriennio 1969 – 1973, periodo di transizione dall’Italia “innocente” del boom economico all’Italia consapevole delle strategie sottostanti al potere pubblico ed ai poteri nascosti.

La narrazione riferita dai protagonisti della politica italiana di quegli anni e dai terroristi, protagonisti cui l’autore non si riferisce mai citandone il nome proprio ma che risultano facilmente identificabili, consente di ripercorrere i fatti storici. La scelta dell’autore di non riportare il nome reale dei protagonisti fa comprendere come non sia sua volontà fare una cronaca piatta di quei giorni. L’intento è restituirne il clima, consentendo di “immaginare” nei tratti in cui la documentazione manca e in cui quindi l’autore può speculare sul dubbio.

Si apprezza la grande ricerca storica e documentale che l’autore ha condotto ma viene sollecitato anche l’approfondimento continuo di fatti minori non ritenuti dall’autore necessari alla narrazione ma che al lettore attento consentono di rendere più “spessa” la lettura.

Particolarmente riuscita è la figura del “Pio”, personaggio al quale l’autore pensa come uomo che dietro la facciata politica conserva una dignità di persona con una coscienza, pur se di coscienza fortemente infarcita di spirito cattolico, fino al bigottismo, si tratta.

Centrale è poi la storia minima, quella con la “s” minuscola, che è resa dalla vicenda di una famiglia fiorentina attraverso gli occhi del figlio undicenne (l’autore è di Firenze, nato nel 1961). Grazie alla narrazione del piccolo mondo familiare di questo bambino, mondo che con la fuga da casa (in particolare fuga dal padre con il quale paiono ad una prima lettura più netti i contrasti ideologici) della sorella maggiore deflagra, l’autore ci fa intuire la frattura che si creò nella società italiana, divisa tra chi abbracciò- in modo talvolta cieco ed assoluto- un credo politico e chi invece ne restò al di fuori scegliendo una via più superficiale o semplice di approccio alla vita comunitaria.

L’autore è molto abile anche nello scegliere di rievocare una serie di eventi storici (le elezioni del presidente Leone, le finali delle partite di calcio, le olimpiadi del 72 con il tragico noto attentato) che sono stati per il bambino importanti nell’avvicinarlo al mondo degli adulti ma anche a distrarlo, a sprazzi, dalla tragedia che per la sua famiglia ha rappresentato l’assenza della sorella.

Il romanzo ha una struttura circolare che si rivela attraverso il ricongiungimento, qualche anno più tardi, tra i due fratelli proprio nella Milano in cui avviene il secondo evento tragico, il fallito attentato a Rumor alla questura di Milano nel 1973.

In quest’ultima parte del romanzo il ritmo si fa più serrato e, a rendere vivida la tragedia di quanto accaduto casualmente ai cittadini che si trovarono ad essere presenti alla questura di Milano il 17 maggio del 1973, ci vengono restituiti i volti di alcuni di loro, Felicia, Gabriella Giuseppe con degli “epitaffi” che confermano le altissime capacità narrative dell’autore.

Ottimo romanzo quindi, finalista allo Strega 2019, per chi desidera ripercorrere e meglio comprendere uno dei periodi neri della recente storia italiana ma anche per chi voglia semplicemente leggere un romanzo con un buon ritmo e scritto in buon italiano.

Valerio Aiolli

È nato nel 1961 a Firenze, dove vive. Ha esordito nel 1995 con la raccolta di racconti Male ai piedi. Il suo primo romanzo, Io e mio fratello (E/O, 1999), è stato tradotto anche in Germania e Ungheria. Sono seguiti Luce profuga (E/O, 2001), A rotta di collo (E/O, 2002), Fuori tempo (Rizzoli, 2004), Ali di sabbia (Alet, 2007), Il sonnambulo(Gaffi, 2014) e Il carteggio Bellosguardo (Italo Svevo Edizioni, 2017). Per Voland ha pubblicato Lo stesso vento nel 2016 e Nero ananas nel 2019, con il quale è stato selezionato tra i dodici candidati del Premio Strega.