
Pagine: 238
Prezzo: euro 16.50
Strade di notte
di Gajto Gazdanov – Fazi editore
Un tassista russo vaga per le strade buie della Parigi degli anni Trenta. È una Parigi misera e splendida, popolata da un sottobosco di personaggi ai margini: nobili decaduti, filosofi alcolizzati, emigrati afflitti da manie di persecuzione, prostitute che imparano la professione da frequentatrici del demi-monde finite in disgrazia. Sono animali notturni, le mille sfaccettature della disperazione umana. Incontri fugaci regolati dal caso, compagni di viaggio con cui condividere un pezzo di strada nell’inevitabile cammino verso la morte. Il tassista osserva, ascolta e si lascia trascinare nelle loro tragiche, insulse esistenze per sfuggire alla solitudine che lo attanaglia e all’amara consapevolezza della vacuità della propria vita, una vita priva di legami e di futuro, una vita da esule, da eterno viaggiatore in terra straniera. Sullo sfondo di questo pellegrinaggio senza meta aleggia lo spettro della grande Russia, patria perduta e rimpianta, della quale in queste pagine si respira tutto il fascino malinconico. Un romanzo cupo e toccante che ha molto di autobiografico: Gajto Gazdanov trascorse gran parte della vita in Francia, dove si guadagnava da vivere svolgendo i lavori più umili, fra cui quello di tassista notturno. Considerato una delle voci più interessanti dell’emigrazione russa, definito un Nabokov senza Lolita e paragonato a un Proust che si fa tassista, oggi è un vero e proprio classico moderno
Gajto Gazdanov
Gajto Gazdanov è stato uno scrittore russo. Emigrò nel 1920 per approdare dopo molte peregrinazioni a Parigi, dove fu tra l’altro attivo nel movimento di resistenza all’occupazione nazista. Laureatosi alla Sorbona, dopo i lavori più disparati debuttò nel 1930 con il romanzo Una serata da Claire, la cui scrittura risente dell’influenza proustiana, ma raggiunse un discreto successo solo dopo la guerra con Il fantasma di Alexander Wolf (1945-48) e Il ritorno di Buddha (1949, nt), nei quali i suoi modi narrativi frammentati ed evocativi si compongono in una trama ben congegnata
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