Strade di notte

autore:  Gajto Gazdanov
editore: Fazi
traduttore: C. Zonghetti
prezzo:
euro 16,50

data pubblicazione: 2017

Non ci sono feste mobili nella Parigi di Gajto Gazdanov. Non troverete nemmeno i tavolini all’aperto dei caffè parigini illuminati dal sole primaverile. E non aspettatevi di incontrare, tra le righe di questo romanzo, Hemingway, Fitzgerald o Dos Passos, ne rimarreste delusi. Quella descritta da Gajto Gazdanov è un’altra Parigi, un’altra generazione perduta.

Siamo negli anni ’30 e Gazdanov, dopo aver combattuto per l’armata controrivoluzionaria di Vrangel durante la Rivoluzione d’Ottobre, approda prima in Turchia e poi a Parigi. Qui vive l’esperienza della fabbrica negli stabilimenti della Renault per poi diventare conducente di taxi. Ed è qui che il lettore lo incontra, mentre si trova alla guida del suo taxi. Sale con lui a bordo ed osserva i passeggeri che siedono sul sedile posteriore. Sono prostitute appena uscite da una casa d’appuntamenti, preti in cerca di piaceri carnali, notai che si bevono il guadagno di un anno in sola serata.

Quella descritta da Gazdanov è una Parigi avvolta in una lunga interminabile notte le cui uniche luci sono quelle fioche dei bar di periferia frequentati da ubriaconi che cercano di anestetizzare con l’alcol il dolore di vivere, da prostitute sul cui corpo il tempo ha lasciato testimonianze indelebili, da barboni senza dimora e senza speranza.

È la Parigi dei sobborghi luridi e inquinati, delle fabbriche nelle quali la parola “lavoro” è sinonimo di alienazione e disperazione. È la Parigi degli esuli russi fuoriusciti dalla madre Patria dopo la Rivoluzione e lacerati dalla malinconia e dalla nostalgia per i tempi che furono.

E’, insomma, la Parigi degli emarginati, degli ultimi, di coloro che hanno perso la strada nella notte della loro vita e verso i quali noi tutti, oggi come ieri, chiudiamo gli occhi.